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SAN LORENZO

Tipo di progetto

Fotografia

Data

Aprile 2023

L'urbanizzazione della zona risale alla fine del XIX secolo, quando Roma conobbe, in seguito alla sua unificazione al Regno d'Italia e al suo divenire capitale, un grande sviluppo urbanistico. Prima di allora oltre le Mura aureliane si estendeva un paesaggio sostanzialmente agricolo, interrotto solo dalla basilica di San Lorenzo e dal primo nucleo del cimitero del Verano.

Quando ancora non era stato costruito il quartiere, furono attivati nel 1865 lo scalo merci San Lorenzo, tuttora in uso, e nel 1879 la tranvia a vapore Roma-Tivoli lungo la via Tiburtina, con capolinea a porta San Lorenzo, in funzione fino al 1934[1].

Tra il 1884 e il 1888 furono realizzati alloggi per ferrovieri dello scalo merci, operai ed artigiani che arrivavano a Roma dai paesi e dalle regioni limitrofe. Da qui la natura popolare del quartiere, che si rispecchia nelle particolari tipologie abitative a "ringhiera". Il primo documento pubblico che richiama il quartiere San Lorenzo è la delibera del 1887 avente per oggetto la toponomastica di Roma con l'aggiunta di nuove vie e piazze della capitale post-unitaria.

Proprio per migliorare le condizioni socio-economiche degli abitanti, un processo di risanamento, patrocinato dall'Istituto dei Beni Stabili di Roma, prevedeva interventi sia strutturali che sociali. In particolare, per favorire l'educazione dei bambini e l'emancipazione femminile, fu istituita qui la prima Casa dei Bambini al mondo, per opera di Maria Montessori. Secondo quanto riportato dalla stessa Montessori nel suo Discorso inaugurale pronunciato in occasione dell'apertura di una Casa dei Bambini nel 1907 (pubblicato in appendice al libro La scoperta del bambino), gli interventi resero puliti ed esteticamente apprezzabili dei locali che inizialmente erano fatiscenti.


Via dei Reti (1995).
Nel 1909 viene inserito nel piano regolatore del comune di Roma della giunta Nathan. Nel 1922 fu l'unico quartiere in cui si tentò di fermare la marcia su Roma con furiosi combattimenti fra fascisti e Arditi del Popolo, che, aiutati dalla popolazione, riuscirono persino a bloccare l'ingresso degli squadristi, tanto che da lì nacque la fama di "quartiere rosso" assieme ad altri quartieri storici della capitale, come Testaccio. Come rappresaglia, il quartiere fu però attaccato duramente da una spedizione punitiva guidata da Italo Balbo (fra gli abitanti si registrarono 13 morti)[2].

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© 2017 Ari Mariq Agente Immobiliare Iscritto presso la camera di commercio di Roma 

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