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TARI SEMPRE PIÙ CARA NEL 2024: QUALI SONO LE CITTÀ COLPITE DAGLI AUMENTI DELLA TASSA SUI RIFIUTI

nche quest’anno, i cittadini italiani dovranno far fronte a un incremento della tassa sui rifiuti, la Tari. Secondo la Uil, negli ultimi cinque anni il costo dell’imposta è aumentato del 7%, con una crescita più marcata nelle aree in cui il servizio di gestione dei rifiuti è meno efficiente. Inflazione, conflitti e l’aumento dei prezzi dell’energia sono alcune delle cause principali di questi rincari.




Le città maggiormente colpite dagli aumenti

  • Roma: nella Capitale la Tari è aumentata quasi del 3%. La giunta del sindaco Roberto Gualtieri ha evidenziato che, senza interventi, l’aumento avrebbe potuto raggiungere il 14%. Grazie ai fondi recuperati dalla lotta all’evasione, l’incremento è stato ridotto all’80% rispetto a quanto previsto, con l’obiettivo di azzerare l’aumento l’anno prossimo;

  • Firenze: nel capoluogo toscano la Tari è aumentata del 3,2% sia per cittadini che per imprese;

  • Padova: l’aumento medio è del 3,3%;

  • Ancona e Perugia: si attesta intorno al 7%. Questi incrementi riflettono i maggiori costi operativi delle aziende municipalizzate, in particolare per il carburante dei camion di raccolta.

  • Palermo: il Comune ha approvato un aumento medio del 6%;

  • Verona: i costi della Tari sono saliti del 5,6%. Qui, per contenere ulteriormente gli incrementi, si è deciso di utilizzare le entrate dell’imposta di soggiorno, facendo così pagare ai turisti parte della Tari dei residenti.

  • Napoli: il capoluogo campano continua a risentire del significativo aumento del 2023, quando la Tari è cresciuta del 13% per le utenze domestiche e di oltre il 20% per i negozi. Quest’anno, non sono ancora state prese decisioni definitive sugli ulteriori aumenti.

Milano rappresenta un’eccezione nel panorama nazionale, con una diminuzione continua del costo della Tari negli ultimi anni. Questa tendenza inversa è stata possibile grazie a una gestione più efficiente del ciclo dei rifiuti e a politiche locali volte a contenere i costi.


Le ragioni dietro gli aumenti

L’inflazione ha avuto un impatto significativo sui costi fissi delle aziende di raccolta rifiuti, come il carburante per i camion. L’Arera, nel predisporre le tariffe per il 2024, ha richiesto alle città di aumentare i costi delle bollette per recuperare l’inflazione accumulata negli ultimi anni.

Il costo della Tari è strettamente legato all’efficienza del servizio di gestione dei rifiuti. Le città con un ciclo integrato dei rifiuti incompleto tendono a registrare costi più elevati. Gli investimenti legati al PNRR mirano a migliorare questa situazione, ma i benefici non sono ancora visibili in tutte le aree.

La Tarip come soluzione alternativa

La Tari puntuale (Tarip) prevede una quota fissa, basata sulla superficie dell’immobile, e una quota variabile, che premia i comportamenti virtuosi dei cittadini. Questa modalità di tariffazione è pensata per incentivare la raccolta differenziata e ridurre i rifiuti non riciclabili.

Nel Lazio, uno degli ultimi Comuni ad adottare la Tarip è Genzano, che punta a raggiungere una percentuale di raccolta differenziata del 90%. Tuttavia, la diffusione della Tarip è ancora limitata, soprattutto nel Sud Italia, dove l’adozione di sistemi di gestione più efficienti potrebbe contribuire a ridurre i costi.

L’aumento della Tari nel 2024 riflette le sfide economiche e operative che le città italiane stanno affrontando nella gestione dei rifiuti. Inflazione, costi energetici e inefficienze strutturali sono tra le principali cause di questi rincari. Tuttavia, attraverso l’adozione di sistemi tariffari come la Tarip e una maggiore efficienza nella gestione dei rifiuti, è possibile contenere i costi e migliorare il servizio offerto ai cittadini.

 
 
 

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© 2017 Ari Mariq Agente Immobiliare Iscritto presso la camera di commercio di Roma 

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Iscritto al ruolo dei Periti ed esperti presso la Camera di Commercio  

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